giovedì 17 settembre 2009

Si allunga la lista alla quale accennavo il 20 novembre '08: cogliona, imbecille, fannullona e mò pure farabutta.

martedì 15 settembre 2009

Della serie: con i figli non si può mai vincere.
Viene a trovarci la nostra dada, si chiacchiera un po' in famiglia. Viene fuori che Marti ogni tanto alza gli occhi al cielo e si chiede come mai le doveva capitare proprio questa mamma. "Perché", chiede Giusy "pensi che mamma sia troppo severa?". "Anche" risponde la grande. "E poi?" "E poi mi sbaciucchia troppo".
Morale: riesco a darle sui nervi perché sono troppo severa e troppo affettuosa contemporaneamente.
Una vera artista della molestia.

venerdì 17 luglio 2009

Sto espandendo il mio repertorio. A parte le classiche banali cadute, ho iniziato col far cadere il cellulare nel water, ho raffinato la tecnica buttandone uno nel cassonetto del vetro e ora ho raggiunto nuove vette buttando l'ultimo per errore fuori dalla finestra dal settimo piano.
Praticamente un'arte.

giovedì 7 maggio 2009

"Children...they lick the foam off your latte. What's yours is theirs". Ascoltavo questa notte un'intervista ad una scrittrice americana a me sconosciuta (seguita a ruota da un'intervista ad un biologo che parlava di scarabei stercorari. Sorprendentemente interessante). Questa tipa prima faceva l'avvocato, poi ha avuto quattro figli e a un certo punto ha deciso di smettere di lavorare per stare a casa con loro. La sua carriera di scrittrice è iniziata proprio quando ha iniziato ad ammattire all'idea di non avere uno spazio proprio, dove i figli non si sentissero legittimi sovrani. Something only I own.
Di per sé non è proprio un concetto rivoluzionario, né qualcosa che non mi sia venuta già in mente (in media una decina di volte al minuto). Però l'immagine del bambino che si sente in diritto di leccarti la schiuma del cappuccino è stata fulminante. E' così, non si può aggiungere altro. I piccoli invadono ogni minuto ogni spazio ogni energia ogni spostamento, tutto. Bisogna tenerne conto costantemente, non hai un angolino tutto tuo. Aggiungendo poi che col marito vivo e lavoro, condividendo anche la lettura dei quotidiani online, le mail, gli sms in tempo reale, capisco come ogni tanto mi venga un filino di claustrofobia.
Mica che voglia mettermi a fare follie. Però ora mi metto a pensare a qualche spazio in esclusiva assoluta dove stare sola soletta solissima, senza nessuno che chiami "mamma!" o che mi ponga quesiti di lavoro.

giovedì 16 aprile 2009

Ma guarda te come va la vita. Bella come il sole e strana. Ero arrivata giusto a un momento in cui mi domandavo se non mi stessi "ritirando" troppo dalla vita sociale, rinchiusa in un cerchio blindato di lavoro-casa-figli, poco disponibile ad uscite e chiacchiere. Non che me ne preoccupassi troppo, ma ogni tanto il pensiero mi veniva. Molti contatti li avevo persi per strada, più di quanti non ne avessi tenuti.
E poi nel giro di poche settimane tutto cambia. Claudia, Petra, Cinzia, Bert, Giuseppe, gente che non sentivo da anni e che riappare. Amici che sembravano irraggiungibili, divisi da un fossato di anni non condivisi e di esperienze non raccontate. Poi allunghi un dito e in realtà li ritrovi ancora tutti lì, come se non si fossero mai mossi. Si fa un pezzo di strada insieme, si prendono direzioni diverse e alla fine ci si ritrova dopo una curva e si continua a chiacchierare. Non ci si perde, si imboccano viuzze parallele ma alla fine ci si rincontra. Domani rivediamo un amico che sta in America e non sentiamo da un bel pò, l'altra sera le chiacchiere condivise con Salvatore hanno rinsaldato un'amicizia nata quindici anni fa.
Se a questo si aggiunge poi la sensazione di assoluta beatitudine che ogni tanto mi assale quando vivo con intensità i semplici momenti in cui sono con le piccole, felice di camminare per strada tenendole per mano, non mi posso proprio lamentare :-)

sabato 11 aprile 2009

Tutti a tavola a mangiare l'ossobuco preparato da babbo (gnam). Chiara combatte con le posate, sta imparando a tagliarsi la carne da sola ma non sempre ci riesce. Papà le offre il suo aiuto e lei rifiuta "Maar papi, ik ben geen kleintje kindje!"

domenica 5 aprile 2009

Giornatona! A parte il lavoro - Ed ha descritto tutto molto bene nel suo blog - questa sera per poco non mi viene un infarto. Martine era sul divano con papà, io stavo sparecchiando, Chiara mi leggeva il suo nuovo libro. Immagino che Ed avesse aperto Facebook, sulla pagina c'è una barra dove puoi inserire dei commenti che si chiama "A cosa stai pensando?". Marti guarda lo schermo del computer e dice "Sto pensando che ho dei genitori fantastici".
Nulla, nulla al mondo può valere di più di un momento simile.

venerdì 3 aprile 2009

Bella la vita.

lunedì 30 marzo 2009

Ho scoperto un mucchio di cose in pochi giorni.

Ho scoperto che viaggiare fa bene. Apre la mente, aguzza l'ingegno, non ti fa addormentare. Ti ricorda che la vita non è solo il cerchio eterno fra lavoro-casa-figli-casa-lavoro. Esistono altri paesaggi, altre lingue, altre vite da intrecciare, luoghi da scoprire, stili di vita diversi e interessanti.

Ho scoperto che non mi piace stare lontana dalla mia famiglia, che quando li vedo mi tirano scema ma quando sono lontana mi mancano. A parte il bonus poi di rientrare dopo ben quattro giorni e sentirsi stra-amata, manco mancassi da mesi dalle loro vite. Che Chiara mi avrebbe fatto le feste me l'aspettavo, coccolona com'è, ma i salti di gioia e gli abbracci di Martine mi hanno sorpreso (e fatto sciogliere, naturalmente). Il marito innamorato poi è sempre una festa.

Ho scoperto la ragione per la quale non ho fatto l'interprete, non sfrutterò mai tutte le mie capacità al meglio, combatto con una bella corazza di grasso. Odio che la gente mi guardi - che la gente mi "veda". Non mi piace dimagrire perché poi la gente mi guarda per strada. Non posso stare davanti a un congresso perché poi quando parlo ho tutti gli occhi puntati addosso. Non amo essere il capo di nessuno, dover dire a chicchessia cosa deve fare e come deve farlo. La mia vocazione è quella di stare tutta una vita dietro le quinte. Mi piacerebbe essere invisibile.

venerdì 27 marzo 2009

Ho la famiglia più bella del mondo. Ed e le nostre piccole sono le mie stelle.

giovedì 26 marzo 2009

Domani parto per quattro giorni, vado in Francia a trovare un'amica che non vedo da anni. Metto a letto le bestie, leggo a Chiara, Marti legge da sola la sua enciclopedia. Prima di tornare in salotto do un bacio in fronte a Martine e le dico "Mi mancherai, piccola".
Con un misto di supponenza ed esasperazione che i ragazzini padroneggiano così bene mi dice: "Ma mamma, io sono qui, tu sei di là in salotto!"
Ok, non provo più a fare la romantica.

mercoledì 25 marzo 2009

Chiara: "Io non riesco a leggere solo a mente"
Mamma: "E' normale, amore, all'inizio nessuno ci riesce"
Chiara: "No, neanche quando sono a metà del libro".

I bambini piccoli hanno una logica troppo ferrea per riuscire a sostenere delle conversazioni.

lunedì 23 marzo 2009

Nel lettone con Chiara, si legge una pagina per uno di "Giulio Coniglio e il lupo".
- "Cosa vuole dire due punti?"
- "E' una pausa, un pò come il punto. Vuol dire solo che devi prendere fiato."
Mani sotto il mento, visetto appoggiato sopra.
- "Quanto tempo devo aspettare?"

domenica 22 marzo 2009

Due attimi di perfetta felicità in un fine settimana. Spettacolare.

Sabato sera: babbo propone di guardare tutti insieme una bella commedia romantica che ci ha regalato nonna l'anno scorso. Tutti e quattro sul divano, sotto una bella coperta calda. Coccole, grattini, risate e commozione.

Domenica mattina: il sole che illumina e riscalda la stanza, tutta la famiglia sul lettone. Babbo, mamma e Chiara con un libro in mano, Martine dietro al portatile, i gatti accovacciati dove trovano un buco. Charina legge sotto voce sillabando le parole, Martine combatte con le foto da mettere e togliere dal suo account di messenger, babbo legge riviste olandesi, mamma si fa una cultura sulla regina Giuliana e consorte. La vita al suo meglio.

Poi ovviamente torna tutto normale, già nel pomeriggio camminando nel parco sotto il sole per andare in gelateria qualcosa ha contrariato la piccola, che è scoppiata in lacrime ulunando disperata "Non ne posso più di questa vita!!". Ma intanto, un paio di momenti splendidi li abbiamo avuti e io ne sono felice.

mercoledì 11 marzo 2009

E sempre a proposito delle nozze di Bert, sono rimasta assolutamente affascinata da quanto fossero banali. Mi è sembrata una ricchezza enorme. Se qui gli omosessuali domani si potessero sposare, secondo me lo farebbero con delle piume di struzzo in testa e vestiti di pailettes, magari come provocazione o come reazione all'essere rimasti compressi per anni. In un Paese dove invece essere omosessuali è normale - non a parole, ma nella vita di tutti i giorni - anche due uomini possono organizzare il matrimonio più borghese, scontato, "omologato" che esista. Il fatto che il loro matrimonio avrebbe potuto essere quello di qualsiasi coppia eterosessuale media mi è sembrato di una bellezza struggente, nonostante la cerimonia e la festa fossero spiazzanti nella loro convenzionalità. Anzi, non "nonostante", ma proprio per questo.
Forse farei bene ad abituarmi all'idea, ma ho una figlia completamente, profondamente italiana che a volte mi scandalizza.
Che Chiara abbia voluto fare religione a scuola rientra nella sua libertà di scelta e gliel'ho permesso volentieri. Vero è che quando mi racconta di come Dio abbia creato il mondo mi si arricciano i capelli sul coppino, ma è una bella fiaba e vale tanto quanto una vecchietta che ti porta i dolci su una scopa. Il Big Bang arriverà più avanti.
Ma quando poi le faccio vedere le foto delle nozze del nostro amico olandese che si è sposato col fidanzato storico (nonché clone) e lei reagisce dicendo "Ma che imbecille, si è sposato con un uomo!", allora penso che sia arrivato il momento di rifare le valige e trascinarla in un Paese per certi aspetti più civile.

mercoledì 11 febbraio 2009

Il diritto non è mica una coperta troppo corta. Non è che estendendo il diritto a una persona di sposarsi con qualcuno del suo stesso sesso, scopro i piedi a quelli che non lo concepiscono. Se tiro la coperta verso chi vuole poter disporre della propria morte, non lascio al freddo chi invece la spina non la vuole staccare. Questa settimana di fuoco appena conclusasi attorno al capezzale di Eluana Englaro - veramente uno dei capitoli più biechi nella nostra storia del dopoguerra - mi ha scosso parecchio. Ma dopo la furia, i comizi, lo sbigottimento alla fine sono rimasta semplicemente perplessa. Perché sinceramente non capisco quali svantaggi possa portare uno Stato realmente laico. Inteso come una cornice dentro la quale possano convivere credenti, atei, musulmani, buddisti, indifferenti, omosessuali e non, insomma la vita in tutta la sua complessità. Io non posso permettermi di andare dalla famiglia di uno in stato vegetativo permanente a dirgli "Ma staccagli la spina, che razza di vita è?". Non mi verrebbe mai in mente, ognuno fa le scelte che considera più opportune. Ma allora perché possono venire da me e dirmi che invece rimanere attaccati ad una macchina (sconfiggendo in tal modo la natura, che mi avrebbe voluta già morta) è l'unica scelta giusta perché "la vita è sacra"? E se per me non lo è? O per lo meno, se non lo è la vita puramente biologica, senza coscienza di sé e degli altri?
Ed e io ci siamo risposati proprio perché io avevo il terrore di finire attaccata ad una macchina senza che lui mi venisse parente. Un uomo col quale ho condiviso metà della mia vita, ho fatto due figli, mi conosce come nessuno al mondo e per la legge non avrebbe neanche avuto il diritto di venire a visitarmi in ospedale. Non mi è costato fatica, ma allo stesso tempo un pò sinceramente mi urta che certe scelte siano più o meno obbligate. Avessi vissuto in uno stato un filino più civile, avrei sottoscritto un contratto di convivenza.
E se domani mia figlia si innamora di una donna, sarà una cittadina di serie B. Non avrà gli stessi diritti di chi invece è "normale". Ma permettere a lei di sposare la donna che ama, cosa toglie a chi invece considera "vera" solo una famiglia composta da una donna, un uomo e dei figli?

venerdì 6 febbraio 2009

Meno male che ancora mi indigno. Per la prima volta in quaranta e passa anni, mi ero preoccupata. Non volevo più vedere un telegiornale, leggevo giusto i titoli dei giornali online, avevo messo la bandiera del "mio" partito in cantina. Mi rivoltavano tutti, nessuno escluso. Temevo di essere diventata qualunquista, davanti a questo deserto morale e umano.
Invece no. Ce n'è voluta una grossa come una montagna, ma ancora qualcosa mi smuove. Ci sono voluti quegli stronzi dei nostri parlamentari che calpestano il dolore di una famiglia, una sentenza della Corte di Cassazione, la nostra costituzione e il nostro Presidente per varare un decreto "salvavita". Nessuno poi che ci spieghi che razza di vita è, ma per carità, è sacra.
Mi dispiace. Veramente. Ma allo stesso tempo il fatto che mi tremano le mani dall'incazzatura mi fa ben sperare, si veder che non mi sono assuefatta del tutto.

venerdì 2 gennaio 2009

Per fortuna non mi succede spesso, ma a volte veramente mi chiedo se non ho sbagliato tutto. O meglio, non tutto: Ed e le piccole, "la base" non la cambierei per nulla al mondo. Mi domando però se non sarebbe stato più furbo rimanere in Olanda. E subito mi stupisco di aver scritto "più furbo" invece di "meglio" e mi rendo conto che in effetti è quello il mio tarlo. In Olanda ci sono i nonni, le bimbe ogni tanto potevano dormire lì; loro avevano un week-end di stravizi e noi una serata al cinema. Amsterdam è bella, ci sono un mucchio di ristorantini dove passare una piacevole serata. Mi mancano i canali, gli edifici, i caffè, addirittura alcuni negozi. Su a livello materiale avevamo una vita molto più comoda. Forse se non mi fossi spostata a quest'ora, a parte il fatto di possedere una casa, avremmo avuto più soldi per poter viaggiare. A volte mi pesa non poter portare le piccole a fare qualche bel viaggio, vedere Parigi, Londra, Barcellona. Lo faranno da sole quando sono più grandi, non è un dramma, ma instillar loro il piacere di vedere posti nuovi non mi dispiacerebbe.
Bologna secondo me è bellissima. Tutti mi dicono che è tanto peggiorata negli ultimi anni; non lo so, può darsi. A me comunque piace parecchio, ci si vive bene. Qui ho trovato in realtà tutto quello che mi mancava disperatamente in Olanda: un contatto umano degno di questo nome, una vita più a misura d'uomo. Ora poi sembra che gli anni più turbolenti siano passati, ci siamo più o meno assestati. Le piccole hanno la loro scuola vicino casa, il loro giro di amici, sanno già dove andranno alle medie (una pianificazione di anni per noi inconcepibile). Il lavoro va bene, il nuovo ufficio è molto bello. Noi come famiglia valiamo molto più ora di quanto non valessimo all'inizio; il rodaggio è stato lungo ma alla fine ci siamo trovati.
E allora perché mi assale la nostalgia e mi sorgono mille dubbi?
Credo che sia semplicemente l'annoso problema di avere il cuore in troppe scarpe. Un pezzo di noi sta in Olanda, un pezzo qui in Italia. Un pezzetto viaggia con le amiche tra Francia, Spagna, Sud America. Un altro pezzetto per fortuna è qui a portata di mano, tra le Marche, Firenze, Bologna e Milano. Quello che per anni è stato solo un sogno, poter prendere la macchina e nel giro di poche ore incontrare zie, cugine, fratelli, ora è una realtà che ancora mi ammalia.
A volte invidio chi è nato in un posto, non si è mai spostato, ha tutti i suoi affetti concentrati.
In generale, però, credo che per quanto possa a tratti essere faticoso, sia bello anche così. Con il cuore sparso per mezzo mondo.