mercoledì 11 febbraio 2009

Il diritto non è mica una coperta troppo corta. Non è che estendendo il diritto a una persona di sposarsi con qualcuno del suo stesso sesso, scopro i piedi a quelli che non lo concepiscono. Se tiro la coperta verso chi vuole poter disporre della propria morte, non lascio al freddo chi invece la spina non la vuole staccare. Questa settimana di fuoco appena conclusasi attorno al capezzale di Eluana Englaro - veramente uno dei capitoli più biechi nella nostra storia del dopoguerra - mi ha scosso parecchio. Ma dopo la furia, i comizi, lo sbigottimento alla fine sono rimasta semplicemente perplessa. Perché sinceramente non capisco quali svantaggi possa portare uno Stato realmente laico. Inteso come una cornice dentro la quale possano convivere credenti, atei, musulmani, buddisti, indifferenti, omosessuali e non, insomma la vita in tutta la sua complessità. Io non posso permettermi di andare dalla famiglia di uno in stato vegetativo permanente a dirgli "Ma staccagli la spina, che razza di vita è?". Non mi verrebbe mai in mente, ognuno fa le scelte che considera più opportune. Ma allora perché possono venire da me e dirmi che invece rimanere attaccati ad una macchina (sconfiggendo in tal modo la natura, che mi avrebbe voluta già morta) è l'unica scelta giusta perché "la vita è sacra"? E se per me non lo è? O per lo meno, se non lo è la vita puramente biologica, senza coscienza di sé e degli altri?
Ed e io ci siamo risposati proprio perché io avevo il terrore di finire attaccata ad una macchina senza che lui mi venisse parente. Un uomo col quale ho condiviso metà della mia vita, ho fatto due figli, mi conosce come nessuno al mondo e per la legge non avrebbe neanche avuto il diritto di venire a visitarmi in ospedale. Non mi è costato fatica, ma allo stesso tempo un pò sinceramente mi urta che certe scelte siano più o meno obbligate. Avessi vissuto in uno stato un filino più civile, avrei sottoscritto un contratto di convivenza.
E se domani mia figlia si innamora di una donna, sarà una cittadina di serie B. Non avrà gli stessi diritti di chi invece è "normale". Ma permettere a lei di sposare la donna che ama, cosa toglie a chi invece considera "vera" solo una famiglia composta da una donna, un uomo e dei figli?

venerdì 6 febbraio 2009

Meno male che ancora mi indigno. Per la prima volta in quaranta e passa anni, mi ero preoccupata. Non volevo più vedere un telegiornale, leggevo giusto i titoli dei giornali online, avevo messo la bandiera del "mio" partito in cantina. Mi rivoltavano tutti, nessuno escluso. Temevo di essere diventata qualunquista, davanti a questo deserto morale e umano.
Invece no. Ce n'è voluta una grossa come una montagna, ma ancora qualcosa mi smuove. Ci sono voluti quegli stronzi dei nostri parlamentari che calpestano il dolore di una famiglia, una sentenza della Corte di Cassazione, la nostra costituzione e il nostro Presidente per varare un decreto "salvavita". Nessuno poi che ci spieghi che razza di vita è, ma per carità, è sacra.
Mi dispiace. Veramente. Ma allo stesso tempo il fatto che mi tremano le mani dall'incazzatura mi fa ben sperare, si veder che non mi sono assuefatta del tutto.