mercoledì 20 aprile 2011

Se son belline. Ci troviamo sotto casa la mattina presto con Chiara e una sua amichetta per andare a scuola a piedi. Le piccole camminano per il parco facendo pissi pissi bao bao, Alice stana ricci e rincorre fagiani, mamma si gode il tepore del sole. Ce la prendiamo comoda, si scodinzola si chiacchiera e si arriva a scuola di buon umore.
Ero già in disposizione da Mulino Bianco, guardando i colli e San Luca in lontananza, godendo del verde intenso degli alberi e del dolce profumo dei fiori. Un minuto prima che tanto idillio mi cariasse i denti il cane si è rotolato nella cacca e son tornata al mondo reale.

venerdì 15 aprile 2011

Huh?
Arriva una mail di Elena, ci si incontra a Fanano a Pasqua, chi c'è c'è. Un bel raduno di famiglia come quello dell'anno scorso, solo che questa volta la cugina organizzatrice non può mancare e nel frattempo c'è un nipote in più (non ci si può distrarre un attimo).
Mando la mail al marito dicendo che mi piacerebbe andarci, tenendo però a mente che visto che è a casa solo una settimana al mese ha diritto di veto. Conoscendolo, so bene che un'uscita non pianificata da mesi può destabilizzarlo.
Mi risponde "Che bell'idea. Queste decisioni estemporanee sono sempre le migliori".
...
Quanto bene gli ha fatto abitare in Italia tutti questi anni?

venerdì 8 aprile 2011

Ma quant'è bella mia figlia?
Oggi gita scolastica. Adrenalina a mille, ieri sera non riusciva ad addormentarsi e questa mattina alle sei e mezza aveva già fatto la doccia, si era vestita truccata pettinata e lo zaino era pronto.
L'appuntamento era per le sette e mezza fuori da scuola. Ovviamente noi eravamo lì alle sette e dieci. Per ogni amica che arrivava scoppiavano scene di tripudio come se si ritrovassero dopo mesi di lontananza. Presto si è formato un gruppetto di ragazzine multicolori, tutte diverse belle e allo stesso tempo riconoscibili a vista come teen-ager. Ombelico rigorosamente in vista, scarpa da tennis d'ordinanza slacciata, righino di trucco sugli occhi. Unite da un chiacchiericcio elettrizzato. Si muovono in blocco, sembrano un gruppo di carcerati con le catene alle caviglie. Se una va al bar, in dieci vanno al bar. Se una si allontana dalla mamma che aspetta di averle caricate sull'autobus, in dieci si defilano il più lontano possibile.
Non so com'è andata a finire, se sono partite in orario o meno, perché io avevo ordini ferrei di allontanarmi il prima possibile. Dovevo scaricarla e sgommare, che non mi venisse in mente di stare fuori dal pullman a fare ciao ciao con la manina.
Da anni 'sta ragazzina porta a spasso il mio cuore legato ad un guinzaglio. Dove va, se lo tira dietro come un cagnolino.
Per quanto spinosa taciturna e riservata possa essere, mi sembra di una bellezza struggente.

mercoledì 6 aprile 2011

Arriverà il giorno in cui mi smagnetizzo. Capace pure che alla fine mi venga la nostalgia. Ora come ora fatico ad immaginarmelo.
Per essere una che ama stare da sola, conduco una vita paradossalmente affollata. Mi giro e qualcuno mi sta fissando. Mi muovo e il cane mi segue. Parlo un nanosecondo col marito al telefono e una delle figlie ha una necessità pressante urgentissima e improcrastinabile proprio in quel nanosecondo. Mi siedo e un gatto mi salta in braccio. Mi metto a stirare ascoltando qualche programma radiofonico che mi interessa e qualche amica ha urgenza di parlarmi.
Effetto calamita. Anelo al silenzio e c'è sempre qualche pezzetto di universo che si sente irresistibilmente attratto dalla mia persona. Ho qualcuno fisicamente addosso in ogni momento della giornata. Se non è un figlio, è un animale. Quando c'è, anche il marito fa la sua parte.
Vivo come un frigorifero, con tante calamite variegate addosso.
Non che mi dispiaccia, intendiamoci, è una baraonda che mette allegria. Stupisce solo che una che tendenzialmente farebbe volentieri l'orso sia riuscita a crearsi attorno un tale caos permanente.

lunedì 4 aprile 2011

Sarà che non ci ho fatto ancora l'abitudine, ma secondo i miei schemi stare dietro a un computer sdraiata sul letto con un cane affianco e un gatto stravaccato sui piedi non si qualifica come "lavoro". Mi sembra di barare.

venerdì 1 aprile 2011

Io vado a letto alle nove di sera, lui a notte fonda.
Io dormo tutte le notti nella stessa stanza, con gli stessi gatti, puntando la sveglia alla stessa ora. Lui ha dormito probabilmente in tutte le città d'Italia e molte all'estero, andando a dormire e svegliandosi agli orari più strani.
Io riesco a leggere un libro in due mesi, se sono fortunata mi rifaccio d'estate. Qualunque cosa legga, svanisce dalla mia mente come scritta sulla sabbia e mangiata dal mare. Lui legge una quantità inverosimile di libri e se li ricorda tutti come se li avesse scritti di suo pugno.
Io taccio spesso e volentieri, mi illudo sia per amor di pace ma spesso è solo codardia. Lui non aggredisce nessuno, ma se attaccato ha una lingua tagliente che usa senza alcun timore reverenziale per chicchessia. Non so se esiste qualcuno che lo mette in soggezione.
Manco a dirlo, io vado molto fiera di me se riesco a memorizzare due canzoni di Jovanotti in un anno. Lui lasciamo perdere.
La cosa che più mi affascina, mi ripugna e mi stupisce è che vive in un mondo parallelo al mio. Non ha praticamente nulla a che fare con quello che per me è il mondo reale. Vede sente nota scrive cose che per me sono impossibili. Come un cane con gli ultrasuoni, io non riesco a sentire quello che lui sente. Probabilmente per riuscire a scambiare due chiacchiere deve uscire dal suo mondo pieno di note e parole ed entrare nel mio pieno di animali e bambini. Non che il suo sia più o meno bello del mio. E' che sono due dimensioni diverse. Molto raramente ne scorgo uno scorcio e penso il suo sia anche affascinante. Esiste gente per la quale la musica non è un sottofondo alla radio mentre guidi o cucini, ma un modo di essere. Gente che capisce cose per me indecifrabili e che vive la musica come una certezza pari alla tastiera del mio computer.
E' un po' come quando andavo in canoa per i canali di Amsterdam. Passavo lungo posti che conoscevo bene, ma visti dall'acqua erano nuovi, diversi. Il mondo di un fratello che di mestiere fa l'artista è uguale. Visto da fuori è conosciuto ma allo stesso tempo nuovo, diverso.