domenica 29 aprile 2012

Tra le tante esperienze bellissime degli ultimi nove anni e i bei ricordi che mi porterò dietro, ce n'è uno che non avevo calcolato, una bella sorpresa. Non mi ero mai fermata a pensare al fatto che vista dall'Olanda per me l'Italia era tante cose: malinconia per la caciara e l'allegria, il gusto dei libri sfogliati e consigliati, le riunioni di famiglia, i sapori buoni, i paesaggi spettacolari. Ma non era proprio "casa". Casa mia era comunque l'Olanda, anche se avevo le radici ben piantate qui, che per di più tiravano. Andare a Milano - tornare a casa, appunto - era una cosa che a determinate scadenze si doveva fare, un po' come andare dal dentista, ma aveva poco della festa. La cosa incomprensibile era che la mia idea di "casa" fosse Bologna, anche se non ci ero mai stata.
L'altro giorno poi ho scritto una mail tra il serio e il faceto ad alcune amiche. Ci tenevo a dir loro che cosa hanno significato e significano per me. E lì ho messo a fuoco che per qualche misterioso motivo sono voluta venire qui perché sapevo, chissà come, che avrei trovato casa mia. Questa città lo è, tante delle persone che ci abitano sono la mia famiglia (alcune in senso letterale). Non che la mia vera famiglia a Milano valga di meno, è ovvio. Ma qui sono un pezzo di puzzle che entra a pennello esattamente nel suo posticino.
In realtà ancora non mi spiego perché sia così. Vero, ho conosciuto gente che ha dato ancora più senso e più calore alla mia vita. Vero anche che alcune parti di Bologna sono oggettivamente bellissime, ma non si può dire che sia tutta un gioiello. Perché qui sì e a Milano no non lo so spiegare. Comunque sia, la bella sorpresa è che anche se mi dispiace andar via, parto col cuore più leggero.
Anche se domani finisco dall'altro capo del mondo, ora ho una casa.