venerdì 28 dicembre 2012

Ok, questa però è seria. Non so perché mi viene da scriverlo proprio ora, non c'è nessun motivo particolare. Comunque comunico al mondo (ossia ai miei due lettori fedeli, che son parenti e poi magari spargono la voce) che questo vale come testamento biologico. Purtroppo non ha alcun valore legale, però facciamo che vale lo stesso. Mai e poi mai per nessuna ragione al mondo voglio rimanere attaccata a una macchina. Neanche se poi c'è la lontanissima speranza che prima o poi mi risvegli (che se passan degli anni è meglio per tutti se non succede). Neanche se qualcuno dice che sembro lontana ma in realtà sento tutto e sono cosciente di ciò che mi accade attorno. Capace pure che sia così, ma tanto non posso comunicare con nessuno quindi per me non vale la pena restare.
E soprattutto, state allegri. Io sinceramente mi sveglio tutte le mattine pensando di aver vinto la lotteria solo per quello. Dopo l'esperienza di papà e la morte di Paolo non ho pensato più neanche per un minuto che la vita mi sia dovuta, né che sia tale e tanta da poter sprecare dei giorni a lagnarsi. Infatti poi me li sono goduti tutti tutti. In tutta sincerità, ho intenzione di godermene ancora parecchi, ma non sta a me decidere. Quindi qualunque cosa succeda, mi raccomando: niente accanimento, buttate via le mie ceneri da qualche parte e continuate in allegria godendovela anche per me.
P.S. Scommetto qualsiasi cosa che questo post farà incazzare il marito, che di certi argomenti non vuol sentir parlare neanche per scherzo. Hi hi hi.

giovedì 27 dicembre 2012

Missione compiuta...al 90 per cento.
Passato il bel natale in famiglia, santo Stefano dai parenti, la bronchite dal tempismo perfetto, i turni da incubo al lavoro, oggi giornata di stralusso. Le ragazze sono rimaste dai nonni e noi ci siamo goduti una giornata a due. Da bravi giovani vibranti qual siamo, l'abbiamo passata seduti sul divano immersi nella lettura, sorseggiando un bel tè caldo. Fuori pioveva alla grande, il che aumenta la goduria da divano-bevanda calda a livello esponenziale. Come ciliegina sulla torta, per la sera abbiamo prenotato il ristorante indonesiano del tentativo fallito di un paio di mesi fa.
Tutte le stelle si sono allineate: una volta usciti per andare al ristorante ha smesso di piovere e noi ci siamo ritrovati immersi in una Delft che si può definire magica e non si esagera nemmeno. Già è bella di suo, di sera poi con tutti gli alberi con le lucine natalizie, le torri delle chiese illuminate, le luminarie lungo i canali toglie il fiato. Ci siamo incamminati felici al ristorantino e abbiamo trovato un posto molto elegante, accogliente e con dell'ottimo cibo. Troppa grazia.
In effetti... Il tempo di metterci comodi a fare due chiacchiere davanti a tutto quel ben di dio che squilla il telefono. Martine ci avverte che Chiara non si sente bene, la piccola viene al telefono in lacrime dicendo che ha mal di testa mal di pancia e quando andiamo a prenderla. Parliamo un po' con le ragazze, chiediamo a nonna di darci un quadro più oggettivo della situazione, mettiamo giù. Riusciamo a goderci la nostra cena eppure da qualche parte sulla nostra testa aleggia 'sta nuvoletta della figlia indisposta. Inoltre la grande - ipertecnologica come tutti i ragazzini moderni - non manca di mandarci messaggini ricchi di dettagli non richiesti. "Chiara sta vomitando l'anima". E tu con il tuo boccone a mezz'aria a pensare "Buono a sapersi. Tanto sono solo a ottanta chilometri di distanza, aspetta che vengo a dare una mano".
Tempo di finire la cena che arriva l'ultimo messaggio: "Chiara sta bene, ora dorme". Col marito siamo scoppiati a ridere come due scemi. Anche a distanza e durante l'unica ora al ristorante dopo anni (letteralmente) che non ci riusciva di goderci una cenetta tranquilla 'sti figli riescono a rompere i cabasisi. Non ci si crede.

venerdì 21 dicembre 2012

Chiara frequenta una scuola confessionale, protestante. Da quanto ho capito la cosa si manifesta con una preghiera prima di pranzo. Prima di iscriverla abbiamo informato la scuola che noi siamo atei, se a loro andava bene così a noi andava bene la scuola protestante. Nessun problema.
Ieri recita natalizia. Due considerazioni: memore delle ore passate alle elementari prima di Martine e poi di Chiara a sorbirci ore e ore di canti, recite e balli non ci è sembrato vero che qui si organizzassero in modo diverso. Ogni bambino ha portato qualcosa da mangiare e verso le sei di pomeriggio si sono trovati in classe per cenare insieme (i genitori fuori dai piedi). Alle sette ci è stata concessa udienza, i bimbi hanno cantato UNA canzone (cinque minuti scarsi), abbiamo ripulito la classe e siam venuti via. Tra andata, cantata e ritorno saranno passati venti minuti. Fantastico.
Ascoltandoli cantare mi è venuta in mente un'altra considerazione confortante. Non so quanti protestanti veri e propri ci siano nella classe di Chiara. La maggior parte dei suoi compagni è musulmana, qualcuno è cattolico, altri ancora non professano nulla come noi. Eppure tutti i bimbi erano lì a cantare la buona novella della nascita del Signore. Nessuno che abbia fatto una piega. I bimbi musulmani cantavano insieme a tutti gli altri e nessun genitore si è messo a fare storie. Se li mandi ad una scuola confessionale, lo sai e non ti agiti. Il che mi ha fatto pensare che con un minimo di buonsenso si convive tutti serenamente. Poi ho pensato che sarebbe bello fosse così anche da noi. Se mandi tuo figlio ad una scuola pubblica (quindi organizzata da uno stato laico), non rompi a nessuno se non ci sono crocefissi in classe, se a natale si fa l'albero e non il presepe e balle varie.
Illusa?

venerdì 14 dicembre 2012

Albero di natale: check
Cappelletti: check
Crostini: check
Panettone: check
Improbabili decorazioni alle finestre: check
Torroni: check
Regali occultati in ogni angolo: check
Tovaglia storica fatta a uncinetto dalla nonna: linda e profumata.

Quest'anno per la prima volta festeggiamo il natale da soli. Di solito andavamo a Milano il 24 pomeriggio per i regali e ci fermavamo il 25 per mangiare i cappelletti in famiglia (a parte uno o due natali passati dai nonni olandesi). Ora non possiamo ancora permetterci di viaggiare e ai nonni olandesi basta e avanza Santo Stefano, visto che non hanno mai festeggiato il natale con passione.
Ho passato le ultime settimane a caccia di regali e decorazioni. Ieri per poter fare la pasta fresca sono andata in un negozietto di specialità italiane all'altro capo della città: due ore fra andata a ritorno per conquistare un trolley di farina (sono andata letteralmente con la valigia e tornata con un approvvigionamento degno di un esercito). Ho trovato anche pandori e panettoni a prezzi astronomici, ma il primo natale senza famiglia allargata non deve essere carente in nulla.
Così il 25 mattina ci svegliamo e troviamo una bella montagnetta di regali sotto l'albero (parlo al plurale, ma intendo più le figlie che altro), facciamo un bel pranzo natalizio seguendo un menù classico e mentre il caro marito e le dolci fanciulle si schiantano sul divano a boccheggiare e a guardarsi un bel film io inforco la bici e vado al lavoro.
Peccato essere atei, chissà quanti punti avrei guadagnato a occuparmi dei più deboli proprio il giorno di natale.