giovedì 14 marzo 2013

Chiara ha finalizzato per prima il rientro. Questa sera eravamo a cena e tutto d'un tratto si è messa a tagliare gli spaghetti con forchetta e coltello. Il resto della famiglia l'ha guardata inorridita esclamando "Ma sei impazzita? Da quando in qua un'italiana taglia gli spaghetti?!?" Senza neanche alzare lo sguardo dal piatto ha risposto serafica: "Io non sono italiana, sono olandese".
La prima è persa, ora vediamo il resto della famiglia quanto ci mette. Babbo era già di parte, il che significa che abbiamo raggiunto il 50%. Martine e io ancora non ci siamo arrivate. Personalmente vado e vengo dall'Olanda dal lontano 1991 e ormai non credo raggiungerò mai lo stato di olandesizzazione totale, ma per la grande ci sono ancora speranze.

lunedì 11 marzo 2013

Che i figli ti obblighino a crescere è una banalità conosciuta. Si passa da essere i piccoli da crescere ad essere educatori. Ti tocca rivedere le regole che hai seguito, soppesare quali tieni e quali cambi, affrontare ogni giorno cento situazioni impreviste, convivere con mille dubbi per ogni pensiero che ti passa per la testa.
Quel che non calcoli però è che poi ti capitano i figli che ti capitano, ognuno con il loro carattere ben definito, e ogni giorno affronti un pubblico diverso. Cambiano loro, cresci tu, nuove situazioni pongono nuovi quesiti.
Rimango sempre sbalordita al vedere come due figlie nate dagli stessi genitori ed educate allo stesso modo possano essere così diametralmente opposte. Una è chiusa come un'ostrica; i milioni di pensieri che le ronzano in testa, l'universo mondo di sentimenti, le montagne di parole che ha in testa escono con il contagocce. Dentro ribolle ma poi è come se la lava si raffreddasse di colpo a contatto con l'esterno e l'unica cosa che sgocciola fuori sono monosillabi. Una volta ogni tre, quattro anni tutto d'un tratto infila due frasi e tu trattieni il respiro facendo finta di nulla per non spaventarla e intanto pensi "Oddiomaalloraparla. It's alive!"
L'altra non ha freni. Quello che pensa glielo leggi subito negli occhi e un nanosecondo più tardi l'ha già buttato fuori. Tra il cervello e la lingua non ci sono barriere, pensieri sogni emozioni non hanno un sistema di regolazione termica, un momento è la gioia assoluta e il momento dopo siamo in lacrime.
A me come mamma sembra di avere metà corpo ricoperto di ghiaccio e l'altra metà in preda alle fiamme. Una va approcciata con circospezione e aperta con un coltellino, l'altra ti sommerge di emozioni scorticate e tu non devi farle risonare troppo per non rispedirle al mittente amplificate. Ha ragione il mio adorato Hugh Laurie: ""Girls are complicated. The instruction manual that comes with girls is 800 pages, with chapters 14, 19, 26 and 32 missing and it's badly translated."
Però a me piacciono lo stesso più di quanto non possa mettere in parole senza cedere alla melassa, quindi mi barcameno cercando di fare meno casini possibili, e che il cielo me la mandi buona.