lunedì 8 aprile 2013

Altro aspetto semi-miracoloso del mio lavoro. Sono la persona meno paziente del globo, fatto tristemente risaputo. E finché lavoro con il gruppo di ragazzi autistici il caratterino non mi intralcia, anzi. Loro operano ad una velocità normale e la scarsa predisposizione al polleggio mi aiuta a tenerli in riga.
Però ogni tanto lavoro con il gruppo dei ragazzi Down. Che - va detto - sono bellissimi. Perché ogni  cosa che proponi li entusiasma, perché andare negli stessi posti mille volte li elettrizza ogni volta come se fosse la prima, perché ti caricano di baci appena ti distrai un secondino, perché hanno un gran senso dell'umorismo e si sta bene insieme. Però hanno dei tempi biblici ai quali devo fare l'abitudine. Se sai che devi uscire di casa alle due, è meglio mettersi a tavola a mezzogiorno. Perché il panino va imburraaaaato con calma, millimetro per millimetro. E la nutella va spalmata seeeeenza fretta, angolino per angolino. E poi bisogna bere il bicchiere di latte con grande flemma, fino all'ultimissima goccia. E tra un sorso e l'altro bisogna rimettere il bicchiere esattamente al suo posto, aggiustandolo con precisione millimetrica.
Il miracolo consiste nel fatto che non mi viene da urlare. Sicuramente se a casa le figlie si muovessero con dei ritmi simili tirerei fuori il lanciafiamme. Isterica come sono, sopporto a fatica le lungaggini. Invece al lavoro sono lì e li guardo, chiacchiero mentre anch'io sono costretta a rallentare e masticare lentamente, ponderando bene ogni boccone, altrimenti finisco di mangiare in un attimo e poi mi tocca aspettare due ore che finiscano anche loro.
Magari riuscissi ad imparare a portare un po' di questa pazienza anche in famiglia.