giovedì 12 novembre 2015

Un respiro alla volta.
E' vero che questi pochi mesi sono passati in leggerezza. Tante visite al paesino magico dei nonni, con la suocera carcerata che passava il tempo sfornando delizie e il suocero che guardava le partite di pallone con Ed. L'atmosfera è sempre rimasta accogliente, le visite allegre. Anche con un nonno che peggiorava, l'idea di un addio definitivo non è mai stata reale. Sì, tutti ragionevoli e giudiziosi, si sapeva che alla fine nonno avrebbe scelto di andarsene, ci sembrava la cosa più logica e civile. Perché soffrire anche un minuto di più del dovuto se si può evitare.
Oggi Ed rientra a casa e dice semplicemente: "Mercoledì." Con un colpo solo mi esce tutta l'aria dai polmoni.  Ora è vero, è qui, muore. Martedì c'è, mercoledì non c'è più.
Non mi ero aspettata una tale randellata nei denti. Aspetti solo di conoscere la data, gli auguri di non dover restare a patire un giorno più del necesssario e quando la data arriva ti investe un treno.
Sono rintronata, triste, indolenzita. Per un attimo funziono in modalità 'tutto da sistemare', cancello riunioni, mando mail, cambio turni. Poi, seduta fuori sopra una panchina in questo novembre inverosimilmente caldo, piango tutte le mie lacrime. Mi vengono fuori a fiotti, come si fa da bambini. Sono calde, ruzzolano giù senza la minima possibiltà di arginarle.
E mi rendo conto che non ho la minima idea di come sopravvivere a questa settimana, soprattutto come fare in modo che Ed, le ragazze e mia suocera la passino nel miglior modo possibile.
Non lo so. L'affronterò nell'unico modo che conosco, un respiro alla volta.