lunedì 28 ottobre 2013

E allora sono qui con il mio omino sgarrupato durante un turno estremamente tranquillo. Ho fatto tutto quello che dovevo fare, ho cercato qualcos'altro da combinare, ma alla fine c’è ben poco da inventarsi. Tutto è in ordine e tranquillo, l'amico va a nanna tra un'oretta e io giro con questo buco nel basso ventre che non sentivo da anni. La sensazione che qualche mostriciattolo bitorzoluto e maligno voglia tirarmi via le ovaie dondolandoci sopra.
La causa non dovrebbe essere drammatica. La nostra gatta ha scelto un'altra volta la libertà. Ormai la strada di casa la conosce, se avesse voluto tornare l'avrebbe già fatto. Ogni tanto in un momento di distrazione infila la porta ma poi torna sempre a bussare, o a strillare come un'aquila come quando una notte per errore l'abbiamo chiusa in balcone. Invece questa volta nulla, son due notti che è fuori e mi sa che non ha nessuna intenzione di tornare. Ovviamente ha scelto di andarsene proprio mentre sull'Olanda, come su buona parte del Nord Europa, si abbatte la tempesta San Giuda (Che razza di nome. Ma Giuda poi era un santo? Boh). Quindi oltre alla preoccupazione del gatto vagante al freddo senza cibo né coccole si aggiunge la paura delle raffiche di vento a 150 km all'ora che si portano via i cristiani, figurarsi una micia di due chili scarsi. Ed sostiene che se ne è andata perché voleva morire da sola. Senza conoscere la gatta in questione, due colleghe separatamente hanno espresso la stessa opinione. Le ovaie sono a terra.
Come faccio a tirar via il dolore delle piccole? Una con lacrime a fontana e l’altra con un dolore sordo e muto, sono angosciate. E' la prima volta che un pezzo di famiglia viene a mancare. Per fortuna non hanno termini di paragone più drammatici ma non riesco a spiegare loro che è "solo" un gatto. Anche perché per me è "solo" un bel niente.
A rendere le cose più oscure sta il fatto che mentre noi piangiamo per un animale la nostra amica partorisce prematuramente il suo bambino che abbiamo aspettato insieme con trepidazione. E' arrivata appena a metà gravidanza, il piccolo Christopher è a due settimane da qualsiasi possibile forma di sopravvivenza e questa sera ci dice addio. Insomma, sopra Cartoonia si è addensato di colpo un nuvolone scurissimo, in tutti sensi. La tempesta più forte degli ultimi vent'anni si è portata via un bebè che non vedevamo l’ora di abbracciare e uno dei sette membri della nostra famiglia. Io da una parte mi vergogno a paragonare le due cose ma dall'altra mi sento stretta nel medesimo angolino buio da entrambe.

domenica 27 ottobre 2013

P.S. E oggi son 32.
Uuuh, è arrivato l'autunno! Il mio computer sostiene che sono le sette e un quarto, in realtà sono le otto passate. Dobbiamo ancora cambiare gli orologi in famiglia, questo si è aggiustato da solo. La truppa dorme ancora beata, sfatta dall'emozione della prima partita di calcio vista allo stadio con babbo ieri sera. Sono sveglia dalle quattro della mattina e ora mi sono accucciata sul divano. Copertina da vecchietta, buio pesto, cane sul divano con una zampa sulla mia pancia ("Mia"). Fino a ieri abbiamo girato in maniche di camicia. Cielo azzurrissimo, nuvolette bianche decorative, foglie svolazzanti. E già lì era un bell'andare. Ora invece sono qui immersa nel buio e nel silenzio, guardo fuori e piove, dalla finestra entra una bell'arietta frescolina ed è bellissimo. Peccato per i gatti che reclamano la colazione e lo sguardo implorante di Alice, che ora dovrà aspettare per la sua passeggiata mattutina. Rubo ancora cinque minutini per apprezzare quant'è bello il maltempo visto da sotto una coperta calda.