lunedì 26 dicembre 2016

Ci ho messo piu' di un anno, ma ora la racconto.
Quando nonno ha optato per l'eutanasia siamo entrati in un giro che ovviamente non conoscevamo. L'idea astratta e' cosa buona e giusta, poi per ottenere il 'permesso' di andarsene con la dignita' intatta bisogna passare per medici, controllori, esperti. Ad ogni curva devi stare a spiegare il perché e il percome e rimetterti al giudizio insindacabile di un perfetto sconosciuto. Un percorso faticoso ma affrontato; permesso ottenuto. Un mercoledi' mattina, mentre io ero a casa con le ragazze, babbo suocera e cognata sono stati col nonno, che se ne e' andato alle nove in punto e alla velocita' della luce. Fin qui tutto bene.
Poi si scopre che, non trattandosi di morte naturale, un giudice deve dare l'autorizzazione alla cremazione. Ci vuole una settimana. La scelta e' quella di portare il suocero in un mortuario o tenerlo in casa. Manco a dirlo, mio suocera al mortuario non ci pensa proprio.
E cosi' inizia la settimana piu' surreale che abbia mai vissuto. Il suocero viene sistemato su un letto-frigorifero. Non scherzo, il letto e' uno di quelli banalissimi che si trovano in tutti gli ospedali, ma nonno giace su una piasta refrigerata a meno venti gradi e in pratica viene congelato. Tutto bello sistemato, elegante, con i suoi occhialini sul naso ma in versione stoccafisso. Come se l'idea non fosse abbastanza raccapricciante, mia suocera lo tratta se fosse ancora con lei. Si siede vicino a lui a bere il caffe',  sta li' mentre legge un libro, mette su la loro musica preferita. E noi tutti a starle dietro. Si va a trovarla, si cena tutti insieme nella serra con il morto accanto e non si fa una piega. All'inizio perché ogni cosa che le dia sollievo e' benvenuta, alla fine in realta' perché ci sembra la situazione piu' naturale del mondo. A cena col cadavere, niente di piu' serafico.
Passa un anno, nonna affronta la vedovanza e la vita con grande forza ed energia. Ieri eravamo da lei a festeggiare il Natale, tutto in allegria. Da quando se ne e' andato nonno non e' mai lontano, ma non e' una presenza molesta. Lo si ricorda con affetto e naturalezza, ma non affiora neanche troppo spesso nei nostri discorsi. Questo per dire che ieri sera non ero pronta quando sono andata a mettermi il pigiama e me lo sono trovato davanti. La suocera, gentilissima, ci ha ceduto il letto a due piazze. Entro in camera sua e l'urna con le ceneri e' li', fra il letto e il comodino. Per un attimo non ho registrato, sono rimasta li' a guardare senza capire se ero inorridita o se la cosa mi sembrasse del tutto naturale.
Alla fine abbiamo dormito come dei sassi.
Ho ancora da capire se ho acquisito un'invidiabile dimestichezza con la morte o se dovro' bruciare tutti i miei risparmi in sedute psichiatriche.