lunedì 28 maggio 2007

Non capirò mai che gusto si prova ad andar per negozi, campassi cent'anni. E' sempre una frustrazione. La tua immagine grottesca riflessa nello specchio, illuminata da luci impietose. Ti spogli, provi, ti rivesti, prendi qualcos'altro, ti rispogli, riprovi, ti rivesti, così all'infinito. Aspetti ore davanti a camerini pieni, con gente che a giudicare dal tempo che ci mette li occupa per cercare il significato della vita invece che per provarsi una maglietta.
Fosse per me avrei due vestiti, uno per l'estate e uno per l'inverno. A dire il vero, più o meno la situazione è questa. Da anni d'estate mi metto gli stessi due vestiti, comprati al mercato dai cinesi. Li lavo la sera, li rimetto la mattina senza doverli neanche stirare. Sono freschi, informi, colorati, praticamente hanno il mio nome scritto sopra. D'inverno la situazione cambia di poco, ho due paia di calzoni comprati da Decathlon e la stessa maglietta in cinque colori diversi. Lo stesso paio di Puma d'inverno, le stesse Birkenstock d'estate. Per il marito è fonte di frustrazione perenne, ma per me è l'unica via percorribile.

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