martedì 11 novembre 2008

Il pensiero positivo è sopravvalutato.
Esco di casa per portare le piccole a scuola e venire in ufficio. Per il tempo che mi ci vuole a scendere dal settimo piano alla cantina dove teniamo le bici, sono beata. Le piccole non hanno problemi a scuola (e mi sorprende notare quanta della mia serenità dipenda dal loro stato d'animo), nessuno è malato, grossi casini in ufficio non dovrebbero essercene. Non sarà una giornata tipo dove giriamo come galline impazzite. Si va in ufficio, si torna, si stàa a casa tranquilli. Non diluvia, non fa un freddo eccessivo, la vita è bella.
Il tempo di arrivare davanti alla porta della cantina e rendermi conto che non ho le chiavi, che ho lasciato a casa il lucchetto della bici, che arriveremo in ritardo, che mi sono dimenticata metà delle cose che mi servono in ufficio. E subito salto come una molla, torno su, mi affanno per arrivare in orario a scuola e penso: "Il pensiero positivo è una cazzata".

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