giovedì 31 dicembre 2015

Sono le cinque della mattina. E' dall'una e mezza che Alice va avanti e indietro per casa come se si stesse avvicinando l'Apocalisse. L'ho portata fuori, sono venuta a dormire con lei sul divano, ma non c'è stato verso di calmarla. A differenza degli anni passati, ancora non si sentono dei gran botti. Chissà quali antenne le fanno comunque capire che è arrivato Capodanno. Per lo meno, immagino sia quello che la spaventa, che altro potrebbe essere.
Detesto i festeggiamenti finti per la fine dell'anno, l'idea di dover essere per forza allegri ad una determinata ora mi comunica una tristezza infinita. Da anni me ne vado beatamente a letto alle dieci, come tutte le sere, di norma portandomi dietro il cane. Quest'anno invece siamo ospiti dai cognati; casa nuova, primo Capodanno senza nonno, dài stiamo insieme. Non è una cattiva idea, ma se voglio sopravvivere devo farmi un bel pisolino prima di partire.
Non ho più raccontato com'è andata la morte del nonno. Ci arriverò, devo prima sbrogliare un grumo di immagini, sensazioni, pensieri che ancora non hanno trovato le parole giuste.
Comunque sia, se l'anno nuovo assomiglia a quello appena passato possiamo solo considerarci veramente molto fortunati.

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