sabato 21 agosto 2010

Cacchio, però il ragionamento di Elena non funziona quando ci sono di mezzo dei figli relativamente piccoli. Cerco di seguire l'onda con uno spirito molto zen, niente nella vita è disastroso finché hai la fortuna di avere un tetto sulla testa, salute e cibo in abbondanza, il resto si aggiusta da sé. Non siamo stati travolti da uno tsunami, non siamo trovati spazzati via da incendi o inondazioni, non c'è bisogno di farsi prendere dal panico. Qualunque cosa si decida di fare, le bimbe si adatteranno e alla fine andrà tutto a posto.
Già.
Allora perché mi si chiude la bocca dello stomaco all'idea di riportarle in Olanda quando Martine mi dice "Ma io non so scrivere né leggere l'olandese, non andò bene a scuola". Perché non riesco ad offrire ragionamenti convincenti a Chiara che mi dice che su non ha Elisa Giorgia e tutte le sue amiche? Te ne farai altre, tesoro. Però l'ottimismo non viene neanche a me, figurarsi a loro.
Perché in realtà l'Olanda è una scelta razionale e ci manca la convinzione di fondo che sia la scelta giusta. Da un punto di vista economico probabilmente sì (e quanto pesa quel "probabilmente"? Quanto un macigno). Ma per il resto il nostro cuore è qui. Mi dico che avrei fatto bene a mantenere la calma, a non divorziare ma far rinsavire Ed buttandolo fuori di casa per un pò, a non tornare in Italia ma tenere su l'appartamento e il lavoro, a continuare a risparmiare per le bambine, per la pensione e a fare tutte le scelte giuste che purtroppo non ho fatto. Razionalmente avrei realmente dovuto fare così e mi rendo conto di aver fallito su tutti i piani. Non è una bella sensazione.
Ma non avrei scoperto Bologna con la sua bellezza e i suoi amici. Non avremmo fatto capatine al mare, pic nic all'aperto, scopracciate a San Martino. Non avremmo potuto rinsaldare i rapporti con i nostri vecchi amici. Non ci saremmo goduti la famiglia in senso allargato, intendendo i cugini e la nipotanza. Il nostro matrimonio non si sarebbe rafforzato. Le bambine non avrebbero avuto la facilità che hanno ora di dire "ci vediamo in piazzetta" o "oggi vengo a dormire da te, domani vieni a mangiare da me, dài facciamo un bel pigiama party". Niente vacanze chiedendo al vicino se ti guarda il gatto, niente improvvisate per concerti o uscite, molto meno calore umano.
La nostra aziendina è sempre stata un guscio di noce in mare aperto, ma dal 2008 è arrivata la tempesta. Abbiamo retto il 2008, tenuto botta il 2009 e proprio ora che le cose sembravano migliorare il 2010 potrebbe esserci fatale. Allora ti viene in mente l'unica scelta razionale che conosci: tornare in Olanda, trovare un lavoro o iniziare un'azienda lì e riprendere il cammino in tutta sicurezza.
Però l'idea non ci piace.
Sarà per questo che ci frullano nella testa mille altre soluzioni (Cercare un lavoro qui? Già, fosse facile. Inventarsi un'altra attività? Ma quale? Cercare una terza via totalmente nuova? Anche lì, le idee scarseggiano). La cosa che più mi stupisce è che non riesco a chiedere aiuto; magari parlarne con qualcuno che veda il tutto dal di fuori con maggiore chiarezza sarebbe meglio. Forse temo solo il tam tam e già mi vedo a rispondere a telefonate impanicate da parte di mia madre o a dover affrontare mille domande alle quali purtroppo non so rispondere.

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