lunedì 25 ottobre 2010

Trenta e passa persone in una grande casa costruita attorno ai mobili della villa di Macerata. Un misto di vecchio e nuovo, porte mattonelle divani credenze di quando eravamo bambini innescati in una casa moderna e intelligente. La prima generazione di sorelle Rocchetti, anche se rosicate a tre, la seconda generazione di cugini, anche se rosicati di uno, e i nuovi arrivati. Caminetto acceso, chiacchiere, pranzi e cene in ammucchiata (nonostante i turni "piccoli / adulti"). Parole crociate e rebus risolti in gruppo, passeggiate per il bosco o in paese, castagne arrostite sul barbecue orgogliosamente costruito dal cugino e dileggiato dal resto della famiglia. La cugina organizzatrice che purtroppo manca ma in fondo non manca perché si fa sentire dalle Baleari. Le costruzioni create con i fiammiferi e i castelli fatti con le carte da gioco.
Sopratutto, le chiacchiere. Essere qui tutti insieme sembra la cosa più naturale del mondo. In realtà dietro ad un semplice fine settimana come questo ci sono famiglie con tre o quattro figli che trasmigrano per centinaia di chilometri, vecchiette che affrontano la fatica e bebé che si straniscono nel bailamme. Un incontro per niente scontato, non facile da organizzare né da affrontare (penso a una come Vale che arriva da Milano con quattro figli piccoli o Ale che oltre ai figli piccoli ha anche il pancione). Eppure ci si ritrova dopo anni, chi più chi meno, e si attacca a parlare come se ci vedessimo tutti i giorni. Estranei magari nello scorrere di tutti i giorni ma uniti in questa grande famiglia colorata, caciarona, variegata e rassicurante come la coperta di Linus.

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