domenica 18 agosto 2013

A me veniva l'espressione 'ancorata a terra'. Poi ho letto in un libro questa frase, e mi sembra azzeccata: "...dice ci vediamo [...] e poi sparisce. Nessuna formalità. Si entra e si esce, come in un mondo facile".
Mi sembra che i due concetti si avvicinino. Quello dei piedi per terra, piombati, sicuri e quello di un mondo facile e senza grossi ostacoli.
E' un po' che non aggiorno il blog, mancano parecchi dettagli. La scuola delle ragazze che non va proprio come dovrebbe, il lavoro che invece procede, le figliuole pre- e pienamente adolescenti che crescono con moto ondivago, i sensi di colpa e i dubbi che come sorgono vengono prontamente razionalizzati e riseppelliti. Insomma, una vita come tante.
Ogni tanto però, passeggiando per i miei bei boschi con il nostro amatissimo improbabile cane, mi domando da dove mi venga questa sensazione di essere piantata a terra. Ricordo ancora nettissima la sensazione che provavo a Bologna, galleggiando nel mio cucinotto al settimo piano con le varie amiche delle figlie che gironzolavano per casa. Mi sentivo al mio posto, esattamente nell'angolino di mondo che più mi si addiceva, e lo dovevo ai miei affetti. Le amiche e i membri della nostra grande famiglia mi tenevano radicata, dandomi la sensazione di essere esattamente dove dovevo essere.
Qui non mi sono ancora dedicata a un nuovo giro di amicizie. Sarà l'età, ma accetto di buon grado e in allegria di avere delle colleghe simpatiche, delle vicine di casa in gamba, ma non ho né cerco delle amiche 'del cuore'. Eppure non mi sento sola o alla deriva, anzi. Allora ci ho pensato un po' su e ho capito che devo questa fortuna al lavoro che faccio. Più vicina a terra di così non potrei stare. Curare i ragazzi, specialmente quelli gravi, comporta una fatica fisica che mi si addice. A stare otto ore dietro a computer occupandomi di concetti, teorie e cose poco concrete alla fine mi scivola via il cervello, divento inquieta. Qui invece lavo curo nutro e pulisco, uso le mani oltre che la testa, cammino per ore di fila e non conosco lo stress. La fatica sì, ma lo stress no. Proprio perché vivo in 'un mondo facile'. Facile in quanto concreto, senza troppi grilli per la testa.
Parlavamo durante le vacanze con degli amici a Bologna e ci raccontavano che l'aver acquistato una villetta ha scatenato una serie di ansie e paure mostruose a degli amici comuni, abituati a vivere in appartamento al nono piano. Hanno barricato la nuova casa, mettendo grate e inserendo allarmi. Sono rimasta colpita da questa reazione così lontana dalla nostra. Qui il non avere cancelli, scalini, ascensori ma una semplice porta che si apre e sei in strada mi rassicura molto. Anche lì, mi sembra di essere più vicina alla terra, con i piedi su qualcosa di solido.
Quante scemenze passano per la testa passeggiando per il bosco col cane.

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