venerdì 1 aprile 2011

Io vado a letto alle nove di sera, lui a notte fonda.
Io dormo tutte le notti nella stessa stanza, con gli stessi gatti, puntando la sveglia alla stessa ora. Lui ha dormito probabilmente in tutte le città d'Italia e molte all'estero, andando a dormire e svegliandosi agli orari più strani.
Io riesco a leggere un libro in due mesi, se sono fortunata mi rifaccio d'estate. Qualunque cosa legga, svanisce dalla mia mente come scritta sulla sabbia e mangiata dal mare. Lui legge una quantità inverosimile di libri e se li ricorda tutti come se li avesse scritti di suo pugno.
Io taccio spesso e volentieri, mi illudo sia per amor di pace ma spesso è solo codardia. Lui non aggredisce nessuno, ma se attaccato ha una lingua tagliente che usa senza alcun timore reverenziale per chicchessia. Non so se esiste qualcuno che lo mette in soggezione.
Manco a dirlo, io vado molto fiera di me se riesco a memorizzare due canzoni di Jovanotti in un anno. Lui lasciamo perdere.
La cosa che più mi affascina, mi ripugna e mi stupisce è che vive in un mondo parallelo al mio. Non ha praticamente nulla a che fare con quello che per me è il mondo reale. Vede sente nota scrive cose che per me sono impossibili. Come un cane con gli ultrasuoni, io non riesco a sentire quello che lui sente. Probabilmente per riuscire a scambiare due chiacchiere deve uscire dal suo mondo pieno di note e parole ed entrare nel mio pieno di animali e bambini. Non che il suo sia più o meno bello del mio. E' che sono due dimensioni diverse. Molto raramente ne scorgo uno scorcio e penso il suo sia anche affascinante. Esiste gente per la quale la musica non è un sottofondo alla radio mentre guidi o cucini, ma un modo di essere. Gente che capisce cose per me indecifrabili e che vive la musica come una certezza pari alla tastiera del mio computer.
E' un po' come quando andavo in canoa per i canali di Amsterdam. Passavo lungo posti che conoscevo bene, ma visti dall'acqua erano nuovi, diversi. Il mondo di un fratello che di mestiere fa l'artista è uguale. Visto da fuori è conosciuto ma allo stesso tempo nuovo, diverso.

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