venerdì 23 maggio 2014

Il sospetto di essermi messa un po' nei guai per i prossimi quattro mesi mi era venuto, ma l'avevo represso per benino. Da novembre dell'anno scorso sono a scuola per ottenere il mio diploma di assistente sociale. Un istituto tecnico con un percorso che di norma dura tre o quattro anni, a seconda della specializzazione, ma che offre percorsi abbreviati di un anno per adulti che già operano nel campo. Devi lavorare come assistente sociale un minimo di 24 ore settimanali, andare a scuola una volta alla settimana e arrivi alla fine dell'anno con il tuo bel diplomino. Visto che voglio continuare a fare questo lavoro per il resto dei miei giorni mi era sembrata una mossa intelligente.
A novembre inizio ad andare a Rotterdam tutti i giovedì e a consegnare i miei bei compitini. Il solo fatto che la mia mentor mi abbia complimentato per lo splendido uso della lingua la dice lunga sul livello minimo richiesto. Comunque sia ho una classe molto divertente, imparo parecchio e vado tranquilla. Unica spina è che il mio lavoro ha pagato il percorso di studi a livello 3 (e ringrazio in ginocchio sui ceci visto che nessuno era tenuto a farlo perché non mi possono prolungare il contratto) mentre il mio sogno nel cassetto era il 4. La differenza fra 3 e 4 sta nella capacità di coordinare e gestire il lavoro ad un livello un filino meno brado, ma soprattutto significa una chance in più di rimanere nel campo. Inutile dire che si trova un lavoro più facilmente con un 4 che con un 3. Comunque avevo pensato di finire il 3 e poi in futuro vedere cosa combinare. Fino al giorno in cui la mia mentor di cui sopra mi dice: "Ma perché non fai il 4, con la testa che hai?" Perché quando l'avevo chiesto un anno fa mi era stato detto che non era possibile.
E' possibile. Solo che non è furbo farlo a quattro mesi dalla scadenza del contratto. Perché per il livello tre praticamente avevo già finito, anche se il diploma lo prendo a settembre. Mentre per il livello 4 devo fare una caterva di tesine aggiuntive entro la fine di luglio, per poi affrontare gli esami (due mesi) e non posso sforare di un giorno. Risultato: a letto con l'occhio spalancato, il cervello in poltiglia che ancora non si capacita e lo stomaco ribaltato.
Un giorno però qualche terapista mi dovrà spiegare perché non ho continuato a fare l'impiegata da brava persona equilibrata.

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