venerdì 30 maggio 2014

Uno va a messa la domenica, l'altro si ferma il venerdì. Chi ha sacro il sabato e chi non mangia carne di maiale. Uno si reincarna, l'altro non tocca le vacche, il terzo non mangia pesce di venerdì e un quarto deve macellare gli animali in un certo modo. Uno può combinare tutti i casini che vuole che tanto il Padreterno lo perdona, l'altro crede nello stesso Padreterno ma non può sgarrare di una virgola altrimenti appena deve rendere conto all'Altissimo viene fulminato all'istante. Incensi, preghiere, pellegrinaggi, icone. Oro o colori sgargianti, silenzio o salmodia, chiese opulenti o austere, templi, moschee.
Da quando sono passata dalla tolleranza alla spocchia? Più che di tolleranza forse si è sempre trattato di supponenza o più semplicemente di indifferenza. Credi un po' in quello che ti pare, basta che sei felice. Ora invece mi sembrano tutte una serie di scaramanzie che mi danno l'orticaria. Ma come, mi trasferisco nel Paese più tollerante al mondo e peggioro? Sì, e pure parecchio. Nel mio lavoro devo tener conto del credo di tutti; per questo bimbo si cucina in un certo modo perché sennò dio s'incazza, quell'altro non può andare a letto se non legge prima un pezzo della bibbia, la terza non si può vestire come le pare. E io faccio sempre più fatica a rispettare il volere di tutti, a pensare che per loro è una verità incontrovertibile.
Devo assolutamente scendere dal piedistallo. Solo che è come quando hai un brufolo: appena lo noti, vedi solo quello. Dove mi giro mi imbatto in qualche rito che mi urta i nervi da matti.
Mah, speriamo che mi passi in fretta.

Nessun commento: