venerdì 27 luglio 2012

Ah, no ecco, mi pareva.
Mi sembrava strano essere finita in un'Olanda che non conoscevo. Tutti che si salutano per strada, vicini di casa che offrono spontaneamente di mandare il loro giornale a casa tua mentre loro sono in vacanza, porte aperte con gente che va e che viene, sorride, chiacchiera. Gli ultimi anni ad Amsterdam erano stati fortemente marchiati dalla crisi con Ed e il divorzio, questo è ovvio. Tuttavia anche quando tutto andava bene la gente non ti salutava per strada, ma ti guardava come se fossi un insetto fastidioso. Se avessi un centesimo per tutte le volte che ho sentito il binomio "Italiana? Ah, mafiosa" sarei a posto per la vita (e posso solo ringraziare iddio per aver scampato gli anni del bunga bunga...) Non mi sono sognata tutte le volte che ho dovuto tirare fuori l'agenda e prendere appuntamento per far giocare le bambine dalle amiche, una cosa che mi sembrava il pinnacolo dell'inciviltà. Una mia amica che abita da anni da queste parti, lontana da Amsterdam, mi assicurava che qui non era così, che funziona come in Italia "Hai voglia di giocare da me?" e via. Io giravo comunque con i miei ricordi ossidati in preconcetti.
Poi sono finita in questo quartiere gentile e mi sembrava di essere finita su un altro pianeta. Sarà stato anche il bel tempo che ha aiutato, boh, comunque è veramente poco 'olandese', per come ricordavo io l'Olanda.
Oggi sono andata in banca, nella stessa agenzia che sembra una navicella spaziale, dove già ero stata altre volte trovando sempre solo persone di una cortesia sconcertante. Questa volta c'era una signora nuova. Mi chiede un documento e davanti alla mia carta d'identità esclama "Incredibile che girino ancora, sono documenti veramente antichi. La prima volta che ho visto una roba simile ho pensato che il cliente se lo fosse fatto da solo, non è mica normale di questi tempi". Allenata da tanti anni passati qui mi sono morsa la lingua. Intanto lei andava avanti imperterrita "Però ultimamente ho visto un paio di documenti plastificati, alla fine ci arrivano anche loro". Silenzio. L'idea che mi stesse dando della troglodita non l'ha neanche sfiorata. Continua a fare quello che deve fare, parla a vanvera ancora un po' e alla fine mi chiede "Allora come si trova, si sta bene qui, vero? O preferiva stare giù?" "Purtroppo preferisco di gran lunga l'Italia, ma non ho scelta quindi sono qui. Grazie mille e arrivederci".
Non è vero che preferisco stare in Italia. Ossia, mi piace stare lì ma mi piace parecchio anche stare qua. Capisco anche che da un punto di vista prettamente pratico qui sono avanti anni luce, l'ho anche scritto, ma non sopporto comunque che qualcun altro da fuori abbia la sfrontatezza di trattare l'Italia come se fosse un paese di primitivi. Grrrr grrrr grrrr.

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