domenica 8 luglio 2012

La casa sta prendendo forma. Si lavora quelle 12-14 ore al giorno a sistemar tutto, ma si vede anche la luce in fondo al tunnel. Alla fine diventerà una casa grande, luminosa, speriamo allegra.
Questa mattina sono uscita con Alice e mi sono persa a guardare le ville sull'acqua, i pesci nei canali (?), tutti gli animali per me più inaspettati che qui convivono tranquillamente con le abitazioni. Anzi, a volte si ha la sensazione di essere noi gli ospiti. Il cane scorrazzava felice annusando qua e là e io sono stata fulminata da una pensata geniale: non ero collegata a nessuno. Fantastico.
Quello che intendo è che per parecchio tempo non sono stata mai completamente sola. Anche se uscivo di casa avevo il cellulare che squillava (figlia o clienti), i messaggini del marito che arrivavano, le mail che mi perseguitavano, non ero mai scollegata dal resto del mondo. Essendo l'unico punto di riferimento per le piccole, ero costantemente raggiungibile, per forza di cose. E prontamente raggiunta.
Ora esco di casa senza niente. Le chiavi, il cane e via. Se le piccole hanno bisogno, chiedono a papà. Il nuovo mazzo di chiavi non è quello da secondino che mi portavo dietro fino a pochi giorni fa. Son solo due: una per entrare in casa e una per aprire il gabbiotto delle bici. Il marito a Bologna mi prendeva sempre in giro. "Che ci fai con tutte quelle chiavi?" Ci apro porte, che dici. Una per il portone, una per il cancello del garage, l'altra per la cantina, la porta blindata, la posta e via snocciolando. Hai voglia a fare il furbo, lui aveva ovviamente lo stesso numero di chiavi, solo che divise in due mazzi facevano meno impressione. Ora la posta ci cade dalla buchetta nella porta direttamente sullo zerbino dell'entrata, le porte blindate non esistono quindi una chiave basta e avanza ad entrare in casa e non abbiamo cancelli da superare. Apri una porta e sei fuori.
In qualche modo questa vicinanza tra il dentro e il fuori (le finestre gigantesche, l'essere sulla strada) ha azzerato l'ansia anche nelle piccole. Sarà che mancano i delitti sensazionalizzati in televisione, il senso di disastro incombente che qualunque piccola notizia fa scatenare sui nostri giornali, il gusto del dramma che ci portiamo dietro dalla nascita. Non so bene, comunque sono arrivate e hanno preso subito una bella piega olandese. Martine (che ci sorprende per l'allegria, la voglia di collaborare, un entusiasmo che non le conoscevamo) chiede di sua sponte di porter andare a fare la spesa da sola. Chiara ha già messo le mani avanti, il primo giorno di scuola se proprio dobbiamo vabbè, la possiamo accompagnare, ma già dal secondo va per conto suo. Ogni tanto una prende e inforca la porta "Io esco!" e ciao. Babbo si preoccupa un filino di più, questione di carattere, io confido che così come escono poi ritornano. Fino ad ora son sempre tornate.
Non per risvegliare gli spiriti cinesi, ma direi che fin'ora non ci possiamo proprio lamentare.

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