venerdì 21 dicembre 2012

Chiara frequenta una scuola confessionale, protestante. Da quanto ho capito la cosa si manifesta con una preghiera prima di pranzo. Prima di iscriverla abbiamo informato la scuola che noi siamo atei, se a loro andava bene così a noi andava bene la scuola protestante. Nessun problema.
Ieri recita natalizia. Due considerazioni: memore delle ore passate alle elementari prima di Martine e poi di Chiara a sorbirci ore e ore di canti, recite e balli non ci è sembrato vero che qui si organizzassero in modo diverso. Ogni bambino ha portato qualcosa da mangiare e verso le sei di pomeriggio si sono trovati in classe per cenare insieme (i genitori fuori dai piedi). Alle sette ci è stata concessa udienza, i bimbi hanno cantato UNA canzone (cinque minuti scarsi), abbiamo ripulito la classe e siam venuti via. Tra andata, cantata e ritorno saranno passati venti minuti. Fantastico.
Ascoltandoli cantare mi è venuta in mente un'altra considerazione confortante. Non so quanti protestanti veri e propri ci siano nella classe di Chiara. La maggior parte dei suoi compagni è musulmana, qualcuno è cattolico, altri ancora non professano nulla come noi. Eppure tutti i bimbi erano lì a cantare la buona novella della nascita del Signore. Nessuno che abbia fatto una piega. I bimbi musulmani cantavano insieme a tutti gli altri e nessun genitore si è messo a fare storie. Se li mandi ad una scuola confessionale, lo sai e non ti agiti. Il che mi ha fatto pensare che con un minimo di buonsenso si convive tutti serenamente. Poi ho pensato che sarebbe bello fosse così anche da noi. Se mandi tuo figlio ad una scuola pubblica (quindi organizzata da uno stato laico), non rompi a nessuno se non ci sono crocefissi in classe, se a natale si fa l'albero e non il presepe e balle varie.
Illusa?

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