giovedì 27 dicembre 2012

Missione compiuta...al 90 per cento.
Passato il bel natale in famiglia, santo Stefano dai parenti, la bronchite dal tempismo perfetto, i turni da incubo al lavoro, oggi giornata di stralusso. Le ragazze sono rimaste dai nonni e noi ci siamo goduti una giornata a due. Da bravi giovani vibranti qual siamo, l'abbiamo passata seduti sul divano immersi nella lettura, sorseggiando un bel tè caldo. Fuori pioveva alla grande, il che aumenta la goduria da divano-bevanda calda a livello esponenziale. Come ciliegina sulla torta, per la sera abbiamo prenotato il ristorante indonesiano del tentativo fallito di un paio di mesi fa.
Tutte le stelle si sono allineate: una volta usciti per andare al ristorante ha smesso di piovere e noi ci siamo ritrovati immersi in una Delft che si può definire magica e non si esagera nemmeno. Già è bella di suo, di sera poi con tutti gli alberi con le lucine natalizie, le torri delle chiese illuminate, le luminarie lungo i canali toglie il fiato. Ci siamo incamminati felici al ristorantino e abbiamo trovato un posto molto elegante, accogliente e con dell'ottimo cibo. Troppa grazia.
In effetti... Il tempo di metterci comodi a fare due chiacchiere davanti a tutto quel ben di dio che squilla il telefono. Martine ci avverte che Chiara non si sente bene, la piccola viene al telefono in lacrime dicendo che ha mal di testa mal di pancia e quando andiamo a prenderla. Parliamo un po' con le ragazze, chiediamo a nonna di darci un quadro più oggettivo della situazione, mettiamo giù. Riusciamo a goderci la nostra cena eppure da qualche parte sulla nostra testa aleggia 'sta nuvoletta della figlia indisposta. Inoltre la grande - ipertecnologica come tutti i ragazzini moderni - non manca di mandarci messaggini ricchi di dettagli non richiesti. "Chiara sta vomitando l'anima". E tu con il tuo boccone a mezz'aria a pensare "Buono a sapersi. Tanto sono solo a ottanta chilometri di distanza, aspetta che vengo a dare una mano".
Tempo di finire la cena che arriva l'ultimo messaggio: "Chiara sta bene, ora dorme". Col marito siamo scoppiati a ridere come due scemi. Anche a distanza e durante l'unica ora al ristorante dopo anni (letteralmente) che non ci riusciva di goderci una cenetta tranquilla 'sti figli riescono a rompere i cabasisi. Non ci si crede.

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